Stiamo vivendo una simil terza “guerra mondiale”. Virtuale per i territori, che sembrano intatti, ma reale per gli effetti sanitari ed economici. Le città sono ormai veri “luoghi del silenzio”.
In Italia si stanno montando ospedali da campo “militari”.
Il nemico Covid-19, rapido a diffondersi, ha fatto chiudere le frontiere degli Stati. Bloccati i trasporti, l’economia e il turismo. Tutti a casa!
I giornali economici citano che il 95% delle camere prenotare sono andate “perdute”.
Vivo da ottimista, mi occupo di territorio, cultura e turismo da trenta anni. Però in questo momento prevale, in me, il “difetto” degli ingegneri: essere molto, molto realisti. Il 2020 é “quasi perduto” per il turismo. Il 2021 dovevamo venderlo ora, come prodotto, ma l’incertezza é, adesso, quasi totale. Obbiettivo reale: rimanete in vita e guardare al 2022.
Ma non basterà. Servirà un “scelta forte” e la capacità di considerare, subito e realmente, prioritario il turismo per tutta l’economia italiana. Adesso non basterà la volontà, direi l’eroismo, degli imprenditori italiani. Nemmeno servirà qualità dei prodotti, le nuove strategie di promozione e vendita. Neanche la formazione del personale basterà.
Servirà molto di più. L’Italia abbia il coraggio di togliere le tasse. Si avete, letto molto bene, eliminate ogni tassa sul turismo per due anni. Sino al 2022, almeno. Potremmo definirla una vera “terapia intensiva” molto oltre i pur volenterosi sostegni adesso necessari.
Solo così i turismi internazionali e gli italiani in Italia potranno riattivare, in tempi brevi, la nostra “miniera”.
CLAUDIO RICCI