Le strutture ricettive italiane sold out per le prossime settimane, come si sostiene da più parti, Enit compreso? Una “narrazione fasulla”, a fronte di una “situazione reale ben diversa”. È questa la posizione di Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria, che spiega come “con crescente e inquietante preoccupazione assistiamo in questi giorni a numerose uscite da parte di giornali e tv che, probabilmente travisando i dati di qualche ente pubblico, descrivono il turismo italiano come in piena salute, con località sold out e incassi da capogiro“.
Secondo Lalli invece “i dati parlano chiaro: perdite per più di 50 miliardi di euro, occupazione dimezzata, incassi falcidiati dalle spese enormi sostenute per sanificazione e pulizie straordinarie – più volte al giorno -, perdita totale del turismo straniero, scarsa propensione alla programmazione del turista italiano che prenota soprattutto sotto data, interi settori fermi da mesi e non ancora ripartiti (Tour operator, agenzie di viaggio, eventi, congressi, fiere, intrattenimento, ecc.) e stagione limitata alle settimane centrali di agosto”.
L’analisi della presidente si rivolge poi alle “immagini di quattro spiagge affollate” o ai “pochi alberghi pieni, quelli che erano nelle condizioni di riaprire”, non in grado secondo Lalli di provare che “l’industria del turismo è fuori pericolo. Il grosso della crisi deve ancora arrivare, i conti li faremo a settembre e se non arriveranno aiuti veri, tangibili, estesi a tutte le filiere del turismo e di media/lunga durata rischiamo di perdere dal 30 al 50% della nostra offerta turistica nazionale”.