Una corretta regia dei flussi per un albergo funzionale

Il cortile del Priori Secret Garden Hotel di Perugia, progetto di Letizia Spigarelli

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L’organizzazione degli ambienti e la definizione dei percorsi sono parametri fondamentali nel disegnare un hotel funzionale che assicuri ai suoi ospiti comfort e salubrità

Un tema complesso, quello dello studio dei flussi in una struttura per l’ospitalità, perché migliore ne è il progetto e meno percettibile sarà la sua stessa esistenza. Un dialogo sul tema con architetti che si occupano di organizzare gli spazi negli hotel ha confermato che l’argomento è sempre oggetto di studio e profonde analisi, con lo sviluppo di specifici diagrammi che influenzano anche l’intervento di interior design.

Quindi, quali sono i principi di base e le priorità quando si studiano i flussi in un hotel? Comincia a parlarne Letizia Spigarelli, interior designer e architetta, sottolineando anche quali sono le figure da coinvolgere nel processo: “Nel contesto di un hotel, lo studio dei flussi riguarda principalmente l’analisi di come persone, informazioni e risorse si muovono all’interno della struttura ricettiva. Sia che si tratti di un progetto di nuova costruzione, sia di uno di ristrutturazione, è fondamentale che il progettista ascolti e comprenda sia le necessità del cliente che finanzia il progetto, sia quelle dell’operatore, su cui ricade la responsabilità di gestire la struttura.
È importante sottolineare che non sempre queste due figure fanno parte dello stesso ente, quindi, per puntare a una ‘qualità totale’ dell’esperienza ricettiva, il progettista deve facilitare la comunicazione tra le varie parti, approfondendo visioni, necessità e priorità logistiche. Una volta formulato il programma operativo, sarà più semplice valutare il percorso dei flussi all’interno della struttura e progettare l’esperienza dell’ospite una volta varcata la soglia dell’hotel”.

Percorsi chiari, distanze ridotte
Laura Savi, art director e founder, e Diego Paccagnella, managing director, entrambi di Reveria Studio, specificano come le priorità per un progetto corretto sui flussi siano essenzialmente due: la chiarezza in pianta e la riduzione degli spostamenti. “Nella progettazione di un hotel, lo studio dei flussi è essenziale per garantire che ogni movimento – dallo staff agli ospiti – avvenga in modo efficiente e senza interruzioni”, confermano. “Tra i principi fondamentali c’è la divisione chiara tra i flussi dello staff e degli ospiti: è importante che le attività di servizio, come il rifornimento e la pulizia, non interferiscano con le aree vissute dagli ospiti, soprattutto in orari di punta. Le priorità si concentrano sulla riduzione degli spostamenti non necessari, favorendo percorsi diretti verso le aree principali (come la reception e i ristoranti) e garantendo spazi di sosta adeguati, per evitare congestioni. Inoltre, lo studio dei flussi contribuisce anche alla creazione di ambienti sicuri e accessibili, che rispondano in modo fluido alle necessità dei diversi tipi di ospiti e del personale”.

Le componenti dello studio
L’analisi sui flussi deve tenere in considerazione diversi temi e ‘attori’ – fra ospiti, personale di servizio e fornitori, il cui studio incrociato porterà poi a valutare una conseguente composizione degli spazi in pianta. Gli architetti, ancor più che in altri casi, diventano quindi dei veri e propri registi, capaci di guidare e ottimizzare i diversi temi: “in una visione olistica, il progettista deve considerare che i flussi della clientela e quelli del personale operativo in certi momenti si sovrapporranno, creando aree di sosta e altre a denso traffico. Ciò accadrà principalmente nelle aree di arrivo e partenza, al front desk, al check-in e check-out, e nelle camere durante il servizio.
Per garantire un’efficace operatività e quindi migliorare l’esperienza dell’ospite, il progettista deve assicurarsi che i flussi interni siano agevoli e snelli, riducendo i tempi di attesa dell’ospite e ottimizzando la gestione del personale. In concomitanza con i flussi della clientela e del personale, bisogna tenere in considerazione la componente dei servizi, garantendo che il passaggio di merci e forniture avvenga su percorsi predefiniti”, racconta Letizia Spigarelli.

Flussi e igiene
La relazione fra lo studio dei flussi e il rispetto degli standard di igiene è una tappa delicata e fondamentale in questo percorso, considerando anche che negli ultimi anni è cresciuta la sensibilità sui temi della pulizia, soprattutto negli ambienti pubblici e negli spazi condivisi da diverse tipologie di utenza.
I progettisti sono concordi nel prevedere specifiche soluzioni logistiche, come anticipano da Reveria: “percorsi ben progettati consentono interventi di pulizia più efficienti e frequenti. Ad esempio, evitare incroci tra aree di deposito e spazi pubblici riduce la possibilità di contaminazione. È inoltre utile ottimizzare gli accessi al back-of-house (zone riservate al personale) in modo che i carrelli delle pulizie possano muoversi agilmente e senza disturbare.
È anche ideale prevedere aree di stoccaggio di facile accesso in prossimità delle aree di maggiore utilizzo, come i corridoi delle camere e le sale comuni, così da ridurre i tempi e semplificare i processi di pulizia e sanificazione”.

Letizia Spigarelli e Giuseppe Varsavia, il fondatore e managing director di De.Tales, suggeriscono alcune soluzioni pratiche in tema di flussi e igiene; comincia l’architetta Spigarelli, introducendo la distinzione fra nuove costruzioni e ristrutturazioni: “nei progetti di nuova costruzione è più facile intervenire a livello diagrammatico per indirizzare i flussi. Negli interventi di recupero e ristrutturazione di strutture esistenti, è necessario adottare un approccio più aperto e creativo. In certi casi, quando lo spazio è limitato e non è possibile installare nuovi ascensori o montacarichi ad uso esclusivo del personale di servizio, si può considerare l’installazione di condotti a gravità per lo smaltimento di biancheria e rifiuti. Suddividere e ottimizzare il traffico di certi flussi aiuta a pianificare la pulizia in modo efficiente, intensificando gli sforzi nelle aree di maggior transito. In questa visione, l’attività del progettista supporta interamente la gestione della struttura ricettiva”.
Giuseppe Varsavia abbina il tema al livello dell’hotel, dal momento che innegabilmente maggiore è la qualità della struttura e più intense e frequenti dovranno essere le operazioni di pulizia: “le soluzioni possono essere tante, dipende molto spesso dal brand, dagli operatori e dal livello della struttura. Di solito per ogni piano prevediamo degli spazi ad uso esclusivo del personale, per i servizi di pulizia e per lo stoccaggio dei prodotti necessari. Quando le strutture sono molto articolate e il servizio di un livello superiore, è prevista la pulizia con una maggiore frequenza, quindi si esce dalla logica del carrello/trolley e molti preferiscono usare il cestino che permette di operare in maniera più snella e veloce. In alcuni casi abbiamo anche previsto degli spazi di servizio destinati al butler di piano. In altre strutture, sempre di alto livello, sono anche presenti spazi veri e propri sia per la preparazione del cibo sia per l’ulteriore servizio di pulizia, svolto più volte nell’arco della giornata. Più alto è il livello dell’hotel e più dobbiamo facilitare l’operato del personale di servizio prevedendo più spazi, non solo di stoccaggio ma come ‘stazioni’ che vengono rifornite con i vari prodotti”.
De.Tales, inoltre, collega anche il tema dell’igiene a quello dei materiali: per pavimenti e rivestimenti, infatti, la scelta in ambito di interior design non riguarda solo soluzioni caratterizzate da una notevole resistenza meccanica e durabilità ma prevede anche di considerare le proprietà antibatteriche di ciascun materiale, in una prospettiva di massima igiene.
Giuseppe Varsavia riassume con un paragone efficace l’importanza del tema: “Si dice che il progetto per hotel sia il più complesso da sviluppare, perché deve rispettare il livello di sicurezza e igiene di un ospedale, ma essere anche bello”.

L’organizzazione in pianta
La disposizione strategica degli spazi è la variabile che fa la maggior differenza nella gestione e nell’ottimizzazione dei flussi; in questo ambito ci sono delle soluzioni trasversali, che valgono per le strutture di ogni livello, e altre più legate al posizionamento dell’hotel e del brand. “In una logica generale”, spiega Letizia Spigarelli, “le aree wellness e spa sono idealmente situate in zone tranquille dell’hotel, lontane dal traffico e dal rumore. Gli spazi per eventi e le sale conferenze fungono da punti di collegamento tra la funzione pubblica e privata e dovrebbero essere accessibili sia agli ospiti che ai visitatori esterni senza attraversare aree private dell’hotel. Posizionarli vicino ai parcheggi e agli ingressi secondari è spesso utile. Infine, le camere degli ospiti devono essere facilmente accessibili dalla reception tramite ascensori o scale e distanziate adeguatamente dalle aree rumorose per garantire tranquillità. Ottimizzare il layout di un hotel non solo migliora l’efficienza operativa, ma contribuisce anche a un’esperienza più fluida e piacevole per gli ospiti”.
Ogni hotel ha poi esigenze uniche e la configurazione ideale dipende da diversi fattori, tra cui dimensioni, posizione e tipo di clientela. Presentano un esempio pratico Laura Savi e Diego Paccagnella: “Per il Mandarin Oriental di Como abbiamo progettato uno spazio welcome lounge proprio all’ingresso dell’hotel, pensato come estensione della zona di accoglienza. Questa lounge permette di duplicare gli spazi di accettazione durante i momenti di alto afflusso, evitando ai clienti lunghe attese e migliorando notevolmente la loro esperienza fin dall’arrivo.

All’interno della stessa struttura, abbiamo anche realizzato il nuovo banco reception nella villa principale, Villa Roccabruna, un progetto sviluppato per offrire allo staff un ambiente di lavoro estremamente funzionale. Questa disposizione non solo ottimizza i movimenti del personale, ma rende anche più agevole la gestione delle operazioni quotidiane, con uno spazio studiato per favorire una gestione discreta e ordinata dei flussi sia per il personale che per i clienti”. La separazione dei flussi e la gestione degli spazi, quindi, è una relazione che deve essere calibrata e gestita fin dall’inizio; ne dà conferma anche Giuseppe Varsavia mentre sottolinea che a seconda delle gestioni e delle scelte del brand la scala di importanza fra singoli spazi e funzioni cambia, in relazione sia allo specifico luogo, sia all’obiettivo della struttura e dell’operatore, rendendo difficile un approccio generale.

Guidare l’ospite
Oltre alla razionale organizzazione in pianta, nel dialogo con gli architetti è emerso che ci sono anche altre soluzioni applicabili nel progetto per collaborare nell’organizzazione dei flussi. In sintesi, riguardano la corretta segnaletica, il progetto di lighting design e l’uso di specifiche app.
Lo studio del corretto signage, cioè la disciplina che fa parte dell’interior design e che serve a ‘guidare’ gli utenti attraverso scelte di grafica, è fondamentale anche nei progetti per l’ospitalità; ne parla Giuseppe Varsavia: “nel caso di interventi complessi e articolati ci avvaliamo di consulenti specifici che lavorano su wayfinding e signage: il progetto parte dalla stessa narrativa dell’interior design, per cui oltre a essere chiaro ed efficace dovrà essere in linea con i criteri seguiti per la definizione degli interni. La giustapposizione funzionale ed estetica è controllata e le soluzioni dovranno essere calibrate effettivamente sulla chiarezza di espressione e sulla capacità di catturare l’attenzione”. Da Reveria, invece, sottolineano il ruolo della luce come indicatore sulle diverse destinazioni d’uso degli spazi: “un’illuminazione ben progettata è essenziale per agevolare i flussi e creare un’esperienza accogliente e confortevole per gli ospiti. L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale nell’orientamento e nella definizione dell’atmosfera nelle diverse aree dell’hotel, permettendo agli ospiti di muoversi agevolmente e percepire ogni ambiente secondo la sua funzione. Per esempio, un’illuminazione più calda e soffusa può essere utilizzata nelle aree lounge e di relax, mentre una luce più intensa e direzionale è ideale per le zone operative e di passaggio come la reception e i corridoi”.

L’ultima nota, stavolta suggerita da Letizia Spigarelli, riguarda la relazione con la tecnologia, che corre in aiuto nella corretta gestione del ‘traffico’: “è possibile ottimizzare i flussi utilizzando sistemi di gestione dei servizi e app per facilitare il monitoraggio della struttura. L’introduzione di dispositivi automatici può migliorare il comfort, favorendo così una gestione più efficiente dell’energia e riducendo il consumo energetico”.

Una corretta regia dei flussi per un albergo funzionale - Ultima modifica: 2025-02-18T20:00:28+01:00 da Antonia Solari

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HD – Single Template - Ultima modifica: 2021-09-24T15:19:00+02:00 da Redazione Digital Farm
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