Attivo nel mondo delle costruzioni da oltre un secolo, il Gruppo Bulgarella dalla metà degli anni Settanta ha concentrato la sua attività nell’hospitality e non ha mai smesso di crescere. A Rimini, in occasione dei consueti appuntamenti dedicati al settore turistico-ricettivo, abbiamo incontrato il direttore generale Ray Lo Faso per fare con lui il punto sullo stato dell’arte degli investimenti alberghieri e sui progetti del gruppo, attuali e futuri.
“Il mercato alberghiero – sottolinea Lo Faso – è particolarmente vivace ed è un momento positivo per gli investimenti. Le destinazioni più richieste sono ancora le città del cosiddetto quadrilatero, Roma, Milano, Firenze, Venezia, ma è un momento buono anche per le strutture di mare, almeno dal punto di vista immobiliare. Inoltre, è in atto un ricambio generazionale delle proprietà e si registra un forte interesse delle società estere verso il nostro Paese”.
Riguardo ai progetti in fieri, il Gruppo Bulgarella è impegnato nel portare a termine tre realizzazioni alberghiere in tre destinazioni differenti. In primis, la ristrutturazione dell’ex Motel Agip a Palermo: “I lavori sono attualmente in corso e contiamo di finire entro i primi mesi del 2025 – spiega il direttore generale –. Gli altri due progetti sono l’ex Colonia Olivetti a Marinella di Sarzana, una struttura fronte mare con un’architettura pionieristica e una grande pineta, e l’Hotel Bristol a Viareggio. Il nostro obiettivo nell’immediato è quindi quello di portare a termine queste tre iniziative e nel medio periodo cercare di essere presenti su Roma e Milano, due destinazioni che a noi mancano“.
L’ambizione è quindi quella di approdare presto a Roma e Milano. “Sì, a Roma perché oggi non puoi non avere un albergo nella Capitale. A Milano, perché è una delle piazze più rilevanti a livello internazionale, e lo sarà per i prossimi vent’anni, per cui è importante esserci”.
Bonus ristrutturazioni: servono chiarezza e un’unica cabina di regia
Nel corso della chiacchierata abbiamo toccato anche il tema del cosiddetto bonus ristrutturazioni per capire se allo stato attuale esistano misure a sostegno della riqualificazione del settore. “Ci sono, come la Zes Unica e altre iniziative di finanza agevolata – spiega Lo Faso –. Il problema grave è che queste misure spesso non assolvono allo scopo che si prefiggono: le aziende dopo che hanno prodotto le istanze per accedere ai fondi, investendo tempo e risorse, scoprono che le regole sono cambiate, viene ridotta la platea o vengono fatti dei tagli sconsiderati perché i fondi non sono sufficienti. Col risultato che paradossalmente queste iniziative hanno un effetto boomerang. Oppure, accade che manchi la necessaria fiducia privato-pubblico e si rivelino un flop. È uno dei mali peggiori del nostro sistema. Uno dei motivi per cui molte catene internazionali non investono da noi, perché non c’è chiarezza nelle regole“.
Ma quanto è importante che il pubblico supporti l’imprenditoria alberghiera? “Ci sono strutture alberghiere che sono trainanti per interi quartieri – chiosa Lo Faso –. Basti pensare che noi abbiamo riqualificato alcune ex colonie di grande pregio architettonico a Calambrone. Il nostro investimento privato ha ridato vita a un quartiere abbandonato, portando ricchezza al Comune di Pisa grazie alla tassa di soggiorno, al valore degli immobili e quant’altro; per cui anziché misure a pioggia, servirebbero azioni mirate allo sviluppo di alcuni territori. Molte zone d’Italia per esempio non hanno posti letto a sufficienza per ospitare grandi eventi. E questo è un altro aspetto che frena tantissimo il nostro comparto“.
Di converso, ci sono destinazioni italiane che soffrono di overtourism. “È un paradosso, ma tutto nasce dal fatto che in Italia manca una cabina di regia unica del settore turistico che abbracci le infrastrutture, i trasporti, logiche commerciali, i vettori… Se ci fosse, tutto sarebbe più semplice ed efficace“.