La famiglia Dal Corso ha rimodulato la sua offerta di lusso nel cuore della Riviera del Brenta per tutelare ospiti e personale, trasformando le criticità in punti di forza.
Con i genitori Remigio e Valeria, i fratelli Dario e Alessandro Dal Corso sono titolari del Relais & Chateaux Villa Franceschi, ricavato in una villa palladiana, del Ristorante Margherita, che occupa la barchessa della villa, e del Romantik Hotel Villa Margherita, a poche centinaia di metri. Un trio di strutture di lusso nel territorio di Mira, che funzionano come un unico organismo, in piena sinergia.
“Stiamo cambiando tutto – raccontava intorno a inizio maggio Alessandro Dal Corso –. Il coronavirus è una grande opportunità di ripensamento per un cambiamento, sta a noi capirne le potenzialità”. Il punto di partenza per la riapertura è la necessità di garantire la massima sicurezza agli ospiti, ai collaboratori e alla propria famiglia (“Noi viviamo qui”, sottolinea Alessandro), applicando il protocollo d’intesa siglato da Federalberghi e AVA a livello nazionale.
I Dal Corso hanno anche deciso di ingaggiare un “Covid- manager” per individuare i punti critici, mettere la struttura a norma facendo rispettare a tutti il protocollo. A partire dalle procedure di sanificazione e di pulizia, con utilizzo di cloro e azoto per gli ambienti, fino ad arrivare all’installazione di un termo-scanner all’ingresso, i cui sensori bloccano l’apertura della porta se una persona ha una temperatura superiore a 37.5°C.
Un asso nella manica
Il distanziamento sociale rimane una misura chiave e ha un impatto sui coperti a disposizione: “Se una volta la sala ristorante poteva accogliere 50 persone, ora, con i tavoli che rispettano un drop di 2 metri di distanza l’uno dall’altro, ne possiamo far sedere la metà”. Ma le strutture della famiglia Dal Corso, da questo punto di vista hanno un asso nella manica: i due alberghi sono circondati da parchi secolari. “Tutti gli ospiti che ci hanno contattato ci hanno detto che vorranno cenare all’aperto. Quindi, ci stiamo attrezzando. Per esempio, stiamo pensando di creare delle nicchie nel campiello in cui sarà possibile mangiare in due. Credo che la disponibilità di spazi esterni ci permetterà di tornare a lavorare prima di altri. Verrà premiato chi lo fa nella maniera più rapida e professionale possibile. Il vero valore è preservare la salute di tutti”, afferma Alessandro.
Ripartenza dalla ristorazione
Con la fine del lock-down, nelle strutture della famiglia Dal Corso il primo settore a ripartire è la ristorazione, l’ultimo le camere. Applicando tutti i protocolli, ma senza rinunciare, per quanto possibile, all’eleganza e alla cura dei dettagli tipiche della casa. Per esempio, per i menu del ristorante si è scelta una speciale carta anti-Covid.
Per la prima colazione, la decisione è quella di rinunciare al servizio in sala a favore del room service, anche in questo caso avvantaggiati dal fatto che molte camere hanno un patio esterno. Oppure verrà servita nel parco, a tavoli ben distanziati. “La colazione era il nostro fiore all’occhiello, gli ospiti potevano chiedere le uova direttamente al cuoco, visto che la cucina era a vista. Ora, ovviamente, questo non si può più fare”, commenta Alessandro.
Durante il periodo di quarantena il personale è stato istruito sulle procedure da seguire in ogni situazione, rispettando il protocollo. “Tutto questo – ammette Alessandro – cambia il senso dell’ospitalità cui eravamo abituati, ma noi cerchiamo di restare fedeli alla nostra filosofia che è quella di offrire l’ospitalità calda e familiare di una dimora privata. I ristoranti, soprattutto, non potranno essere gli stessi, ma noi continueremo a offrire la qualità e la tradizione di sempre”.
Il custode di qualità e tradizione, in cucina, è papà Remigio, che a 70 anni ancora passa le sue giornate ai fornelli. “Mio padre ama raccontare la nostra storia attraverso la cucina del territorio, piatti tipici che possono essere proposti anche nella nuova fase”, dice Alessandro. In questa zona, a poca distanza dalla laguna veneta, tipicità significa soprattutto pesce. A farla da padroni nei menu del ristorante Margherita sono prodotti locali come moeche, schie, gransevole, che nel nuovo menu verranno proposti in ricette più “della nonna”.
“In questo periodo siamo rimasti sempre in contatto con i nostri fornitori, abbiamo trovato molto spirito di collaborazione e disponibilità, tutti hanno voglia di ripartire”, rivela Alessandro. Alcune materie prime proverranno anche dall’orto di 4000 mq che occupa parte del parco di Villa Franceschi: “Abbiamo investito molto sulla terra, comprando nuovi macchinari ed innovando, e progettando un orto ed un parco didattico, che seguiranno un percorso gestito da una app interna, dove si racconterà la storia del territorio, le tradizioni e le risorse“.
Nel ristorante cambierà anche il servizio e ci sarà un ritorno all’uso della cloche per motivi igienici. Non solo: i Dal Corso stanno rispolverando i piatti Richard Ginori della serie Italian Fruit che usavano un tempo. Daranno alla tavola del ristorante un’atmosfera più casalinga e rassicurante.