Fra i primi hotel costruiti in Alta Badia, il Dolomiti Wellness Hotel Fanes è stato realizzato nel 1957, quando la famiglia Crazzolara decise di ristrutturare un antico maso risalente al 1560. Oggi il complesso 5 stelle è tra i più rinomati di tutto l’Alto Adige e vanta 70 camere e suite più otto chalet, uno spazio wellness di 3.000 metri quadri con saune, sale fitness, piscina coperta ed esterna, e una infinity pool sopraelevata di 25 metri, con vista sulle cime delle Dolomiti.
L’architetto Barbara Widmann, dello studio Interior Design di Bolzano, che curava già la parte interior della struttura, ha seguito la ristrutturazione architettonica dal 2012 in base a un masterplan redatto nel 2011 che prevedeva diversi step: “Dal 2012 sono stati costruiti i nuovi chalet – spiega l’architetto Widmann –, poi è stato rinnovato il ristorante; successivamente sono stati realizzati i Natura Loft. La struttura originale è stata rinnovata completamente con l’inserimento, nel 2017, della nuova area sopraelevata: una scenografica infinity pool adults only“.
Come ci spiega l’architetto, l’obiettivo dei lavori è sempre offrire all’ospite del Fanes un servizio esclusivo. Le opere non mirano ad aumentare la capacità ricettiva dell’hotel, sono tutti servizi inclusi nel soggiorno; piuttosto si intende investire in qualità per generare un ambiente unico.
L’Hotel Fanes è immerso in un contesto alpino, a 1.500 metri di altezza, tra le cime La Varella, Lagazuoi, Sassongher, Conturines e il gruppo del Sella. La priorità è stata dunque dare all’ospite una coscienza dell’ambiente in cui si trova: “Non siamo in un contesto urbano e questo deve essere chiaro anche dai dettagli della struttura – racconta l’architetto -. Abbiamo privilegiato materiali locali: legno, marmo di Lasa altoatesino, cuoio, pelle, sasso. Questa scelta è per noi un tributo alla regione e alla sua autenticità“.
Il legno di cirmolo in particolare è stato utilizzato per le zone wellness e relax: è provato scientificamente, infatti, che questa essenza è in grado di rallentare il battico cardiaco emanando al contempo un naturale profumo.
Il concept di base ha voluto valorizzare il materiale grezzo di costruzione, scegliendo di non nasconderlo. Nei loft, per esempio, la parete in cemento vivo è stata lavorata per ottenere una sorta di decorazione. In tal modo la materia prima è nobilitata, la superficie parla, è viva. Analogamente il legno lavorato valorizza la matericità: “Abbiamo lavorato sul gioco di superfici, per dare un senso di profondità già a un primo sguardo, prima ancora che si percepisca la texture con il tatto – commenta Widmann -. La presenza della materia viva fa risaltare le venature del legno e le sue forme naturali“.
La volontà di integrare il complesso nel paesaggio circostante è particolarmente accentuata dalla nuova area con la sky pool. Si tratta di un vero e proprio abbraccio al cortile interno con la piscina realizzata nel 2000. La struttura in pali di legno, filo conduttore di tutto il progetto Fanes, è una cornice accogliente capace di racchiudere la struttura originaria, rimarcando il concetto di nucleo della casa: “Ci siamo basati sull’idea degli aghi di pino che costituiscono il formicaio, che rappresentano casa e protezione“.
L’intera struttura è certificata Casaclima A e utilizza anche energia rinnovabile per il riscaldamento.