L’alunno Italia ha del potenziale, ma non si applica. E’ questa la possibile sintesi, nei giorni della riapertura delle scuole, dello stato dell’arte del Belpaese sulla destagionalizzazione, uno degli obiettivi-chiave per il sistema turistico-ricettivo tricolore. A raccontarlo è l’ultimo Snapshot Hospitality di World Capital, che mette a confronto i dati relativi a Paesi come Malta, Portogallo, Francia, Spagna, Grecia, Croazia e Italia, al fine di comprendere il loro grado di attrattività territoriale e di destagionalizzazione del turismo.
Il parametro dell’attrattività
Lo studio mette in luce come – tra i Paesi analizzati – l’Italia si posizioni al primo posto in termini di attrattività del territorio. “Il modello di valutazione utilizzato nell’analisi – spiega World Capital – tiene conto di sei specifici indicatori: numero di siti patrimonio Unesco, km di coste, posizione di ciascun Paese nelle classifiche culinarie mondiali, indice climatico Stc 2019, numero di città termali e numero di km di piste da sci”. Ebbene, l’Italia raggiunge il punteggio massimo (20) in quasi tutti gli indicatori analizzati, seconda solo per la lunghezza delle coste, rispetto alla Grecia, e per la lunghezza delle piste da sci, rispetto alla Francia”.
Turismo tutto l’anno
Se per grado di attrattività l’Italia non ha nulla da invidiare agli altri Paesi analizzati, per quanto riguarda la stagionalità ha ancora degli aspetti da migliorare. “Alcune destinazioni come Malta, Portogallo, Francia e Spagna – rileva l’analisi – riescono ad assicurare un buon livello di occupazione delle strutture alberghiere anche in mesi come ottobre, novembre, marzo e aprile. La Grecia invece ha livelli di occupazione molto più elevati in estate (maggio-settembre) rispetto al periodo fuori stagione”. Prendendo in considerazione i dati dell’occupazione dei posti letto nei mesi antecedenti e successivi all’alta stagione (marzo, aprile, ottobre e novembre), è stato possibile stilare una classifica dei Paesi considerati in base al loro livello di destagionalizzazione del turismo. Al primo posto per destagionalizzazione troviamo Malta (76,4% di occupazione), seguita da Spagna (63,7%) e Francia (60,8%). L’Italia invece si posiziona al sesto posto, registrando una media di occupazione del 42,9%.
Sette miliardi di motivi per migliorare
“L’Italia dunque, con il suo elevato indice di attrattività del territorio, ha tutto il potenziale per raggiungere un livello di destagionalizzazione almeno pari a quello di paesi come Malta, prima per grado di destagionalizzazione, ma con un’attrattività limitata. Se l’Italia adottasse una strategia di destagionalizzazione del turismo, raggiungendo così la stessa percentuale di presenze turistiche registrate a Malta nei mesi di bassa stagione (marzo, aprile, ottobre e novembre) e del Portogallo ad ottobre, la spesa turistica nel Bel Paese potrebbe crescere di circa 7 miliardi di euro”.
“L’Italia ha tutto il potenziale per performare, e in alcuni casi superare, alcuni Paesi come Francia, Spagna, Grecia, Croazia, Malta e Portogallo, sia in termini di presenze, che di spesa turistica – dichiara Andrea Faini, CEO di World Capital –. Come si evince dal nostro rapporto, per far questo l’Italia dovrebbe adottare una strategia di destagionalizzazione del turismo, allungando la propria stagione turistica anche nei mesi di ottobre-novembre e marzo-aprile. Per questo è importante sviluppare una consapevolezza delle bellezze presenti nel nostro territorio. Oltre al turismo balneare e culturale, l’Italia dispone di un’ampia offerta turistica, come il turismo naturalistico, che comprende aree naturali, riserve marine, attività montane, agriturismi e aree rurali. C’è poi il turismo enogastronomico, che può essere praticato durante tutti i mesi dell’anno, e che dona la possibilità di vivere il territorio, di conoscere il Paese e le sue tradizioni attraverso il cibo. Ed infine c’è il turismo sportivo, per chi ama fare passeggiate, andare in bici, nuotare e praticare sport acquatici e d’avventura”.