Dai binari alle due ruote, il viaggio continua…

Leggi anche

Questa storia sa di ferro e fumo, rotaie e spostamenti, progresso e abbandono: ha il suo esordio agli inizi degli anni Trenta quando si pongono le basi della ferrovia che doveva unire Mantova e Peschiera del Garda. Tra alterne vicende – cambi di gestione, interruzioni dovute alla Prima guerra mondiale e continue modifiche al progetto iniziale – la linea viene inaugurata nell’estate del 1934.

Lungo le rotaie correva la Littorina; era questo il nome dei convogli degli anni ’30. Grazie ad essa vengono collegati tutti i piccoli centri lungo il Mincio e sorgono stazioni come quella di Salionze, frazione del comune di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, che fondeva le vite di chi la utilizzava per recarsi a scuola, al lavoro, o per ingannare il tempo in una gita fuori porta. Nel 1966, il Ministero dei Trasporti decreta la progressiva dismissione della linea, sostituendo il servizio su rotaia a quello su gomma e così, dopo l’ultima corsa, i tratti della strada ferrata vengono rimossi e gli edifici cadono in abbandono. A quel punto si innesca una trasformazione che vede mutare l’uso di questo tracciato da ferrovia a percorso ciclabile.

Ma devono passare decenni prima che l’area di Salionze, su cui sorge la vecchia ferrovia con il suo storico edificio, venga riportata a nuova vita dopo che l’abbandono e la mancata manutenzione avevano permesso alla vegetazione di riappropriarsi dei suoi spazi e al vandalismo e al trascorrere del tempo di fare il resto.

Gli spunti della storia
Nel 2017 viene emesso un bando, denominato “Cammini e percorsi”, promosso dal Demanio dello Stato in accordo con il Comune di Valeggio sul Mincio: un’iniziativa dedicata al recupero di immobili pubblici lungo i cammini e i percorsi ciclopedonali e storico-religiosi per favorire lo sviluppo di un turismo consapevole in grado di valorizzare il territorio.

Se lo aggiudica una società privata che convince con il suo progetto di riutilizzo della vecchia stazione di Salionze a struttura ricettiva e offre le necessarie sicurezze per il recupero dell’area su cui sorge. “Quel bando ci ingolosiva – ci racconta l’architetta Giada Signorelli dello studio S&G architecture -. A mano a mano che proseguivamo coi lavori uscivano dall’incuria del tempo manufatti che ci ispiravano nuove idee e spunti progettuali: è stato affascinante lasciarci guidare dalle suggestioni che via via si presentavano. L’idea della piscina, per esempio, è venuta in un secondo tempo: abbiamo sfruttato lo spazio del vecchio piano di carico in pietra dove i carretti salivano e affiancandosi al treno merci procedevano col carico. Lo abbiamo rimesso a nuovo: al livello del terreno abbiamo ricavato la piscina, sotto abbiamo inserito i servizi con una piccola spa a disposizione degli ospiti”.

“Anche i tigli secolari che appartenevano a quello spazio sono stati mantenuti, anzi, sono stati integrati nel progetto in una sorta di serendipity. Su uno di loro abbiamo ideato la casa sull’albero, che è poi diventata la location più richiesta per eventi particolari”.
Costruita in legno con tecniche di bioedilizia e arredata con materiali naturali, in linea con la filosofia che contraddistingue tutti gli ambienti della struttura, questa camera assicura tutto il comfort con un letto matrimoniale king size, una zona con doccia e vasca per il relax, e un’area soggiorno tutto intorno al tronco del tiglio. Oltre a questa, Borgo Stazione Bike Inn mette a disposizione altre 9 soluzioni abitative, una più creativa dell’altra. Si può scegliere l’alloggio Family, che ospita fino a 4 persone e nel soppalco ha un’originalissima rete elastica per relax e lettura. Oppure la camera doppia, con accesso sul giardino o, ancora, gli appartamenti vagoni che dispongono di cucina e possono ospitare fino a 6 persone. L’edificio centrale, in comune per le colazioni, è metaforicamente una sorta di enorme locomotiva.

Un percorso rispettoso
Il fil rouge che unisce tutti gli alloggi eterogenei si legge in filigrana ed è il rispetto armonico per una storia coniugata al passato prossimo. Sotto la contemporaneità del design il tempo e il passato di questo luogo si lasciano leggere nelle rotaie che sono state lasciate, nella linea squadrata e funzionale dell’edificio centrale che è stata mantenuta, nell’aria. Sì, nell’aria, perché si respira: il suo trascorso è ancora presente. Ed emoziona. “Il giardino dei ricordi – racconta la progettista – ha proprio questa valenza. È la zona verde dove passa la pista ciclabile di fronte alla struttura ricettiva. Uno spazio lungo e stretto che può essere usato anche da chi non è nostro ospite. Ci piaceva che fosse un luogo per tutti e che coinvolgesse l’intera comunità in linea con lo spirito che ha mosso il nostro progetto. Per ‘corredarlo’ abbiamo pertanto coinvolto tutti i cittadini chiedendo loro di andare a cercare in soffitta le vecchie foto che parlassero del Mincio. Sono spuntate le immagini poetiche delle lavandaie e delle estati passate sul fiume, vero e proprio mare dei poveri. Chi entra nel giardino dei ricordi si lascia suggestionare da questa carrellata storica: è incuriosito, vuole sapere. Entra nel territorio con la curiosità e il rispetto, com’erano le intenzioni iniziali del nostro progetto”. Gli spazi comuni, oltre all’area verde utilizzabile anche dai non ospiti, prevedono una spa e una terrazza panoramica con vasca idromassaggio fruibile anche in inverno con acqua calda e grandi sdraio in legno.

Le colazioni vengono servite direttamente in camera. Per la cena la struttura offre una formula scontata al ristorante poco distante “La Littorina del Mincio” con il fiume a fare da sfondo, ma si suggeriscono anche le strutture del territorio in un’ottica – molto etica e responsabile – di incentivazione alla conoscenza della zona e delle sue attività.

Per gli amanti delle due ruote


Borgo Stazione Bike Inn oltre ad essere un recupero sentimentale e decisamente ben riuscito, è soprattutto una struttura votata alla filosofia del cicloturismo: grazie alla collaborazione con Garda South Cycling è possibile prenotare biciclette e tutti gli accessori necessari per le escursioni, con la comodità di trovare tutto in struttura. Ma il turismo, italiano e in gran parte straniero, che viene ad alloggiare qui, non deve essere (e non è) composto solo da cicloamatori.
“Ecco, una delle cose più belle quando si soggiorna a Borgo Stazione, è che si può dimenticare l’auto. Qui il mezzo per eccellenza è la bicicletta – racconta Signorelli -. Presso la Littorina del Mincio è possibile noleggiare anche quelle elettriche che verranno recapitate al mattino direttamente in struttura. A quel punto si può scegliere in che direzione andare. Se raggiungere il lago di Garda, oppure spingersi verso l’entroterra che, complice il fatto che è meno inflazionato dal turismo, è splendido in ogni stagione”.

Dai binari alle due ruote, il viaggio continua… - Ultima modifica: 2024-05-29T11:25:22+02:00 da Silvia Bigliardi

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

HD – Single Template - Ultima modifica: 2021-09-24T15:19:00+02:00 da Redazione Digital Farm
css.php