Manila Benedetto (in foto) è un’esperta a tutto campo del mondo della birra: giornalista, scrittrice, docente, beer taster e anche imprenditrice del settore. Pugliese, formatasi come tecnico superiore per la valorizzazione e il marketing dei prodotti agroalimentari, svolge importanti compiti, in particolare in ambito formativo, per Unionbirrai, associazione di categoria dei piccoli produttori indipendenti di birra. È anche docente del Master of Food Birra di SlowFood, per cui cura anche la parte dedicata a Puglia e Basilicata della guida “Birre d’Italia”.
Manila, meglio la birra in fusto o in bottiglia? E quante varietà in offerta?
Un albergatore dovrebbe prima di tutto valutare i trend di consumo della birra nella propria struttura e decidere di conseguenza. Una birra in fusto non andrebbe mai tenuta attaccata all’impianto per troppo tempo, che è nemico della birra alla spina. L’impianto di spillatura, inoltre, va curato, pulito ogni sera e sanificato spesso, al fine di garantire la qualità del prodotto servito. La shelf-life di un fusto aperto è breve. Più lunga quella delle bottiglie, che vanno conservate nella maniera corretta, in verticale, senza esposizione alla luce diretta, in frigo per garantire la qualità del prodotto. Una bella soluzione sarebbe avere un impianto spina di 2/4 vie con birre di maggior consumo e una selezione in bottiglia di prodotti più complessi, per soddisfare tutti i gusti.
Come scegliere il fornitore?
I piccoli birrifici indipendenti che producono birra artigianale in Italia sono tanti, in ogni provincia ci sono birrifici, e dovrebbe essere la regola supportare il proprio birrificio locale invece che affacciarsi solo ai consueti canali distributivi. Si tratta anche di sostenibilità economica locale. Il percorso per fare la scelta giusta è semplice: il primo passo è formarsi in ambito birra, imparare a conoscerla e berla. Il secondo passo è scoprire i produttori locali, magari anche frequentando le fiere di settore.
Ci sono iniziative specifiche per avvicinare a questo mondo?
In Unionbirrai abbiamo creato la branca culturale Unionbirrai Beer Tasters che ha una mission specifica: creare bevitori consapevoli. Un operatore che si informa, studia, testa e sceglie, sarà anche un venditore consapevole.
Come ci si forma?
Esistono in Italia diversi corsi di cultura della birra. Unionbirrai per esempio ha un programma didattico strutturato in tre corsi: Avvicinamento alle birre, Conoscere e degustare le birre, Tecniche di degustazione. Il primo consente di avere una infarinatura generale su questo mondo e comprenderne le peculiarità. Oltre a questo sono stati attivati vari master di specializzazione.