Il senso di quest’avventura veneziana?
“Per molti versi, un ritorno a casa. Ho diretto il Gritti Palace dal 1991 al 1993, prima di andare a Milano per inaugurare il Four Seasons. Venezia mi è rimasta sempre nel cuore. Ho diretto il Four Seasons Milano per 23 anni, dalla sua apertura nel 1993. E’ stata un’avventura professionale e umana assai intensa. Con il Four Seasons, Milano ha scoperto di essere diventata una città internazionale a tutti gli effetti, in grado di ospitare la clientela di un’hotellerie autenticamente di lusso. Milano era diventata la città dello shopping di classe, grazie ai grandi marchi milanesi della moda, non lo era la sua offerta alberghiera. Grazie al Four Seasons la città ha cambiato pelle: sono arrivati i grandi marchi dell’hotelleria del lusso, la città si è imposta come una delle grandi capitali internazionali del turismo e dell’ospitalità ben prima che Expo Milan 2015 la consacrasse in maniera definitiva. Poi mi sono dedicato alle consulenze alberghiere, assai meno impegnative, tra le quali anche Molino Stucky, a Venezia. Nel 2019 mi hanno chiesto di assumere la direzione dell’Hotel Bauer Palazzo, albergo iconico di Venezia fin dalla sua apertura nel 1880, per conto del Fondo Elliott Management Corporation, che l’aveva appena rilevato, e poi per conto di Signa Holding, la più grande società privata immobiliare austriaca, che l’ha acquistato il 29 maggio del 2020, con l’obiettivo di riposizionare l’albergo nella fascia del lusso dove storia e location lo collocano da sempre. E’ stata una sfida che non ho potuto rifiutare anche per l’amore che nutro da sempre per questa città. Ho accettato questa sfida proprio perché si tratta di Venezia. Non sarei andato altrove.”
La situazione di Venezia?
“Ha dimostrato di essere unica anche in questa situazione a dir poco complicata legata alla pandemia di Covid. Il 2020 è stato difficile dopo il trauma della chiusura della città l’ultimo giorno del Carnevale, nel mese di febbraio. Nel 2021 è ripartita assai meglio delle altre città d’arte, che di fatto sono ancora chiuse. Venezia ha ritrovato importanti flussi turistici non solo dall’Italia ma anche dal mondo. La sua unicità si è rivelata vincente ancora una volta. Molti alberghi hanno approfittato della crisi per avviare importanti lavori di ristrutturazione, molti investitori internazionali hanno concentrato i loro sforzi su Venezia, dove verranno inaugurati nuovi alberghi di fascia alta, perché prevedono che nella ripartenza del turismo a livello planetario Venezia sarà tra le protagoniste assolute. Grazie al Moise, che finalmente ha incominciato a operare, sembra che anche il fenomeno dell’acqua alta sia destinato a diventare un ricordo del passato. Nemmeno i Dogi della Serenissima Repubblica godevano di una simile situazione di sicurezza.”
La situazione dell’Hotel Bauer Palazzo?
“Abbiamo salvaguardato il personale motivandolo e spronandolo a mantenere l’elevata qualità del servizio che ci caratterizza da sempre. La nostra fortuna come italiani è che la storia e la cultura ci hanno dotati di un’empatia naturale e una vocazione per l’ospitalità che sono davvero uniche. Abbiamo l’ospitalità nel sangue. Gli ospiti l’apprezzano e la rammentano quando ricordano la loro esperienza turistica. Abbiamo riaperto la terrazza del settimo piano, da quest’anno diventata anche la casa veneziana della Maison Bollinger, offrendo un panorama davvero spettacolare quanto unico di Venezia, terrazza che ospita sia il bar che il ristorante gourmet, con soli 25 posti, curato da Cristiano Tomei, lo chef toscano stellato che ha accettato di assumere la consulenza sia del Settimo Cielo Rooftop che del ristorante De Pisis al piano terra, anch’esso dotato di una spettacolare terrazza d’angolo affacciata sul Canal Grande, dove serviamo anche le prime colazioni del mattino. Tomei, classe 1974, a Lucca ha il suo ristorante, L’Imbuto. Ci siamo conosciuti, ho provato la sua cucina, è venuto a Venezia per rendersi conto del luogo e del palazzo. Ci siamo scelti reciprocamente, con grande soddisfazione sia professionale che umana. Nel Ristorante De Pisis, Tomei propone una carta all’insegna del Km Italia, nel Ristorante Settimo Cielo propone un menù degustazione di 7 o 9 portate, più tre dessert, che sceglie secondo le materie prime della stagione e il suo estro del giorno. Funziona.”
Gli obiettivi prossimi venturi?
“Sottoporre l’intero complesso alberghiero a una profonda ristrutturazione per ampliare le camere riducendone il numero. Attualmente sono 191, comprese le suites, suddivise su cinque edifici. Lo staff ammonta a 120 persone che nel picco della stagione arrivano a 190. La categoria è 5 stelle. Per la sua storia e la sua posizione, sul Canal Grande e a poche decine di metri da piazza San Marco, il Bauer Palazzo deve avere l’ambizione di ritrovare la sua posizione di albergo iconico della città, qual è stato nel corso degli oltre 140 anni della sua esistenza. Disponiamo di uno staff preparato, motivato, molto empatico nei confronti degli ospiti, fedele all’azienda. Dobbiamo tornare a essere i primi della classe a Venezia.”
Chi gestirà Palazzo Bauer?
“Una società internazionale di management alberghiero che Signa Holding sta selezionando tra le maggiori al mondo. Dovrà essere una compagnia alberghiera con la quale Signa Holding progetterà la ristrutturazione radicale dell’albergo. Sarà un progetto complessivo di portata storica per l’albergo. Le camere per esempio verranno ridotte dalle attuali 191 a 120 circa, ampliandole in maniera significativa.”
Il senso di 45 anni di ininterrotta attività alberghiera?
“E’ la qualità del servizio che si impone, sempre. Bisogna disporre di parametri professionali certi e protocolli di servizio chiari oltre a una struttura coerente con l’offerta che si propone però alla fine è l’essere umano il fulcro del giudizio finale dell’ospite, la sua disponibilità umana, il sorriso schietto, l’empatia spontanea. E’ fondamentale come porgi il piatto, le parole con le quali l’accompagni, l’attenzione verso l’ospite. L’ospite ricorda soprattutto la qualità umana del servizio senza nulla tralasciare degli aspetti formali, che vanno pure curati fin nel dettaglio. E’ la nostra fortuna, come italiani, che non sempre siamo rigorosi sui dettagli ma ci salviamo grazie alla nostra indiscussa capacità di comunicare, di ascoltare, di essere per l’appunto empatici. Fa parte del nostro dna culturale. Chi si rapporta con un altro essere umano, soprattutto nel nostro settore, deve saper anticipare le sue aspettative e questo lo fai solo se sai ascoltare, se sei attento nei confronti del tuo ospite. . Il Four Seasons di Milano non avrebbe avuto il successo che ha avuto se non avessimo messo in campo una squadra eccezionale con Patrizio Cipollini come mio vice e Sergio Mei come il grande maestro di cucina che è stato e continua a essere.”
Vincenzo Finizzola
Toscano, classe 1951, Vincenzo Finizzola è nato nel mondo della ristorazione e dell’accoglienza alberghiera: i suoi genitori, sposatisi nel 1947, gestirono un bar prima, poi un ristorante, quindi una pensione e infine un piccolo albergo di 30 camere in successione tra Altopascio, Lido di Camaiore e Montecatini Terme. “Non volevo fare l’albergatore perché era una vita di grandi sacrifici, senza mai un minuto libero” ricorda Finizzola. “In famiglia mangiavamo assieme solo a Natale e a Pasqua perché chiudevamo il bar a mezzogiorno per riaprire un paio di ore dopo. Ho frequentato la scuola interpreti di Firenze. Mi ha cambiato la vita una gentile signora che aveva un palazzo antico a Montecatini Terme ma preferiva soggiornare da noi in albergo. Mi fece conoscere suo nipote, direttore d’albergo in Ciga. Mi mandò da Pucciarelli, storico direttore del Grand Hotel Excelsior di Firenze. Pucciarelli mi mandò a Londra, all’Hotel Savoy, per perfezionare l’inglese e farmi le ossa. Ci rimasi due anni. Fui richiamato in Italia nel 1978 per essere assunto in Ciga al Grand Hotel De Bains di Venezia e poi all’Excelsior Lido sempre a Venezia. Tappa successiva al Grand Hotel Excelsior di Roma. Prima direzione all’Hotel Romazzino in Costa Smeralda nel 1986 quindi al Gritti Palace nuovamente a Venezia nel 1991 prima di lasciare la Ciga per la Four Seasons e l’avventura milanese nel 1993.”
Due personaggi mi legano al Bauer Grünwald, indimenticabili, il Comm Arnaldo Bennati
in quanto proprietario anche del Grand Hotel Bristol in cui ho lavorato complessivamente per 8 anni di cui 6 da direttore.
Il secondo personaggio era il faro dei Concierge, Tortorella, solo poche settimane di lavoro quale
commissioniere, il solo poterlo osservare all ‘opera sono state per me LEZIONI gratuite !
Un grande menager di classe Vincenzo auguri x tutto 😊