Quello all’aria aperta è un turismo che negli anni ha cambiato pelle. Un tempo sinonimo di vacanza spartana low cost, oggi annovera anche strutture che sono veri e propri resort di alto livello frequentati da una clientela medio-alto spendente che ama soggiornare a stretto contatto con la natura. L’open air è quindi un settore composto sempre di più da imprese che investono in qualità e servizi, in innovazione e digitalizzazione; e lo fanno nel nome della sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Di questo e dell’impatto del settore si è parlato lo scorso 21 ottobre al convegno “Il Futuro è open air: Lago di Garda al centro del turismo sostenibile”, organizzato a Lazise (VR) da FAITA-Federcamping, la federazione più rappresentativa delle imprese del turismo all’aria aperta. Durante l’incontro è emerso che in Italia il comparto conta oltre 2600 strutture per un totale di circa 1 milione e mezzo di posti letto, con 11,4 milioni di arrivi nel 2024 (+3,5% rispetto al 2023), 71 milioni di presenze (+1,3% sul 2023) e un fatturato annuo di 8 miliardi di euro.
In termini di offerta, al primo posto troviamo il Veneto, che detiene il 17,7% dei posti letto, seguito da Toscana (14%), Puglia (7,3%), Emilia-Romagna (e 7%) e Lombardia (6,8%). Quest’ultima però figura al secondo posto per numero di strutture: l’8,3% di quelle presenti in Italia (elaborazioni CISET su dati ISTAT per FAITA Federcamping).
“Le maggiori performance si registrano nel Nordest – spiega Alberto Granzotto, presidente di FAITA-Federcamping –, ma in tutta Italia sono in atto un’espansione e un’evoluzione in termini qualitativi senza precedenti. Risultati che si debbono attribuire agli investimenti realizzati dalle imprese su tutti i fronti, compreso quello dell’inclusione”.
Granzotto ha sottolineato che quello all’aria aperta “è un turismo molto legato al territorio: la presenza medio-lunga fa sì che questi viaggiatori conoscano e apprezzino la destinazione e che usufruiscano dei suoi servizi in modo diffuso”. Dai dati si evince infatti che la spesa sul territorio di chi pratica questo tipo di turismo è prevalente rispetto a quella di chi soggiorna in hotel o in altre strutture ricettive. A riprova di come il turismo open air sia sostenibile anche per la destinazione stessa in termini di crescita economica.
Tra gli obiettivi che si prefigge il settore, “quello di offrire una stagione molto più lunga, diversificata nei vari periodi”, mentre tra i temi cruciali toccati durante l’incontro – oltre alla tutela ambientale e al cambiamento climatico –, quello del personale e della formazione perché secondo Granzotto: “il futuro del nostro successo passa dai nostri collaboratori. E il turismo può crescere solo con un personale appassionato e preparato, anche nell’uso degli strumenti digitali, che per noi è un’ulteriore sfida”.
Al convegno è intervenuta anche Crippaconcept, tra le principali aziende italiane produttrici di mobile home. “Il Lago di Garda è un simbolo di eccellenza per il turismo open-air, e le mobile home contribuiscono a questa trasformazione – ha dichiarato l’AD Sergio Redaelli –. Con un approccio costante all’innovazione sostenibile, stiamo sviluppando soluzioni che coniugano comfort, design e rispetto per l’ambiente. Collaborando con tutti gli attori del settore, dalla ricerca accademica alle nuove generazioni di talenti, puntiamo a contribuire positivamente all’evoluzione del turismo all’aria aperta. Il nostro impegno per un impatto ambientale e sociale concreto è confermato dalla pubblicazione del nostro primo rapporto di sostenibilità e con il conseguimento della certificazione Made in Italy per i nostri prodotti”.
Le performance del Garda
Secondo i dati raccolti da HBenchmark per Faita, nel complesso il Lago di Garda – con le sponde lombarda, veronese e trentina – nel periodo che va dal 21 marzo al 27 settembre 2024 ha registrato un’occupazione delle strutture open air del 73,8% (+1% rispetto al 2023). A pesare sul futuro del comparto sono però la crisi economica della Germania, primo mercato di riferimento di campeggi e villaggi del Garda (65% della clientela), e la difficoltà di reperire personale locale.
Veneto. Con un’occupazione consolidata delle strutture che – tra il 21 marzo e il 27 settembre – ha sfiorato il 76%, con punte del 96% a ferragosto, la stagione 2024 nelle strutture open air è in linea con il 2023, così come la permanenza, che va tra gli 8 e i 10 giorni.
Sono i dati di HBenchmark per FAITA, la provenienza dei turisti vede sempre in testa la Germania (60% del totale, contro il 59% del 2023), seguita dai Paesi Bassi (che scendono dal 16% del 2023 al 14% di quest’anno), e dall’Italia (che sale dal 6,2% al 6,3%). La permanenza più breve è degli italiani, con 5 giorni, quella più lunga è dei turisti dei Paesi Bassi (2 settimane circa) e dei danesi (11 giorni circa).
Sempre secondo il CISET, la maggior quota del fatturato è alimentata dai turisti che scelgono le unità abitative (oltre l’80% per le spese per l’alloggio e intorno al 70% per l’extra alloggio), ma sono in proporzione coloro che viaggiano con mezzo proprio (in camper, caravan e tenda) a spendere di più a destinazione rispetto all’alloggio (73% contro 56% per chi soggiorna in case mobili, bungalow, ecc.).
Lombardia. Nel 2024, secondo i dati HBenchmark, nel periodo che va dal 28 marzo al 27 settembre, il Lago di Garda sponda lombarda ha registrato risultati sostanzialmente in linea con quelli del 2023, che già era considerata ‘un’ottima annata’. L’inizio della stagione ha visto un leggero calo, di 0,9 punti percentuali, nell’occupazione delle strutture, dovuto in gran parte al maltempo di aprile e maggio. I risultati migliori si sono avuti tra luglio e inizio settembre, con punte particolari tra il 14 luglio e il 16 agosto quando il tasso di occupazione dei campeggi e dei villaggi turistici ha toccato il 94%.
Il bacino d’utenza vede sempre in testa la Germania, che costituisce il 53% degli ospiti, in aumento del 2% rispetto al 2023; seguono a distanza i Paesi Bassi (20,6% del totale), e l’Italia (8%), che invece va a -2% rispetto all’anno precedente. Continua il trend di crescita dei turisti polacchi, che ‘guadagnano’ l’1% sul 2023.
La durata media delle prenotazioni vede in testa i Paesi Bassi, con quasi 12 giorni di permanenza, seguiti da Belgio (11 giorni), Germania (10 giorni), Regno Unito (9 giorni). Svizzeri e polacchi hanno soggiornato una settimana, mentre gli italiani occupano l’ultimo posto, con meno di 5 giorni. I più gettonati sono le piazzole, i caravan e le casette mobili, dove i turisti soggiornano per più giorni rispetto ai bungalow e alle villette.
Trentino. Secondo i dati ISTAT elaborati dal CISET, in Trentino Alto Adige l’incidenza dei posti letto nei campeggi e villaggi turistici rispetto ai posti letto totali, tra il 2005 e il 2023 è cresciuta, passando dal 10,8% al 13,5%. Uno sviluppo che riguarda da vicino la sponda trentina del lago di Garda, dove sorgono 17 strutture open air in grado di offrire oltre 6mila posti letto.
Nel 2024, con la stagione che sta per concludersi, l’occupazione di camping e villaggi fra il 23 marzo e il 20 settembre è cresciuta di 1 punto percentuale rispetto al 2023, registrando flessioni ad aprile e maggio, a causa del meteo inclemente, ma recuperando decisamente nelle belle giornate di luglio e agosto, dove ha toccato punte di occupazione del 96%. Anche qui la Germania la fa da padrona, rappresentando il 46% del dei turisti (e in crescita dell’1% rispetto al 2023). Al secondo posto ci sono gli italiani che, con il 28% di rappresentanza, sono però in calo del 5% rispetto all’anno precedente. Crescono i polacchi (+1%), i cechi (+0,5%), gli svizzeri, i danesi e i belgi.
Le vacanze più lunghe sono quelle dei turisti provenienti dai Paesi Bassi (13 giorni in media), seguiti dagli svizzeri (con 9 giorni e mezzo) e dagli italiani (8 giorni e mezzo). A crescere di più è la permanenza dei turisti dell’Est, con i polacchi a +1,3 giorni sul 2023. Cresce di 1 giorno in media anche la vacanza degli svizzeri. Gli alloggi dove ci si ferma per più tempo – tra gli 8 e i 10 giorni – sono le casette mobili e i caravan, i bungalow, le villette e le piazzole. Chi sceglie la tenda e il glamping si ferma per meno tempo (una settimana).