Dal concept alla distribuzione degli spazi, dalla definizione del budget alla sostenibilità, le complessità di un hotel sono tante. Ma per Marcello Ceccaroli la soddisfazione maggiore è l’emozione del committente nel vedere l’opera conclusa
Nella propria opera di consulenza strategica verso il committente, lo studio romano Ceccaroli Architettura accompagna il cliente sia verso indagini legate all’architettura, sia verso le scelte di arredo che dovranno rispondere a esigenze operative e funzionali. Dal 1999 ad oggi lo studio ha seguito numerosi progetti nell’ambito dell’ospitalità, spaziando fra hotel, spa e sale ricevimento e ha sviluppato una precisa competenza su questa tipologia, inaugurando i propri interventi soprattutto in Italia centrale. Il fondatore Marcello Ceccaroli spiega il percorso seguito dallo studio nell’ambito dell’arredo.
Quali sono gli aspetti determinanti, in fase di progetto e relativamente al contesto, quando sono da scegliere materiali e colori a proposito di arredi per interni?
La scelta progettuale di una struttura dedicata all’hospitality è una visione che nasce dall’atmosfera che trasmette il luogo dove è situata l’opera da rinnovare. Prima di poter pensare e disegnare qualcosa cerchiamo di vivere il contesto intorno, scoprire luoghi vicini e capire quale è il concept ideale. Il progetto prende forma attraverso l’elaborazione di idee dove vengono decise le forme e i colori, che abbiano una connessione tra loro.
Come combina la ricerca di eleganza e di stile negli arredi con i necessari criteri funzionali legati alla destinazione d’uso, come, ad esempio, facilità di pulizia e durabilità?
La progettazione di un hotel è molto complessa perché gli spazi interni svolgono delle attività completamente diverse tra loro. La capacità di un professionista sta proprio nella scelta corretta dei materiali, dove la facile gestione della pulizia e la durata nel tempo sono aspetti fondamentali nella scelta finale. Un aspetto molto importante che non va mai dimenticato è il costo di quello che si progetta. Spesso risulta decisivo rispettare il budget iniziale cercando di progettare un prodotto finale che sia anche ecosostenibile.
Che ruolo ha il su misura? Quanto spesso è necessario ricorrervi ed è preferibile rispetto agli arredi proposti dal mercato?
Faccio questo mestiere ormai da circa trent’anni e abbiamo realizzato più di 150 strutture alberghiere senza aver mai fatto uso di arredi proposti dal mercato. Soprattutto nelle ristrutturazioni di edifici d’epoca è difficile adattare arredi già pronti all’interno di spazi così differenti tra loro. Mi piace definire il mio lavoro come un laboratorio di sartoria dove progettiamo gli spazi su misura per il committente attraverso dei pezzi unici.
Qual è il peso della committenza nelle scelte? Nella sua esperienza la proprietà ha idee chiare sugli aspetti di stile e di arredo o lei detta sempre le linee guida?
Nella mia lunga carriera lavorativa ho incontrato due tipologie di clienti. Una più facile, perché si usa lo stesso linguaggio e nello svolgimento del cantiere la realizzazione finale risulta più lineare. La seconda invece più turbolenta, perché cerca di condizionare le scelte progettuali con scelte puramente personali che spesso vanno in contrasto con il risultato finale. Proprio quest’ultima, a realizzazione completata, regala le soddisfazioni più grandi perché rimangono sorpresi del risultato che non avevano minimamente immaginato. Quando il committente si emoziona vedendo l’opera finale significa che il professionista ha realizzato un buon lavoro.