È una struttura permeabile ed estroversa quella del nuovo Milano Verticale, ottenuta grazie al progetto di architettura di interni e degli spazi esterni dallo studio Vudafieri-Saverino Partners. Situato in via Rosales, parallela del più noto Corso Como, l’edificio originale degli anni ‘70, destinato a residence, era in disuso da tempo. Il progetto di ristrutturazione generale, delle facciate e la direzione dei lavori sono stati curati da Asti Architetti, mentre a Vudafieri-Saverino Partners, Fabrizio Gaggio, Managing Director di UNA, ha chiesto di ripensare il layout interno ed esterno. “Abbiamo interpretato il concept architettonico – spiega l’architetto Claudio Saverino – fino a coinvolgere l’assetto urbano circostante. L’esigenza, infatti, era quella di portare a Milano quell’idea di albergo che vive una relazione stretta con la città ribaltando la consuetudine, molto italiana, di creare hotel bellissimi ma con lo sguardo rivolto al proprio interno e la schiena alla città. Così, il ristorante che avrebbe dovuto essere all’ultimo piano l’abbiamo portato al piano terra e la zona esterna, sotto il portico, che era privata, è diventata a uso pubblico”. La scelta di dedicare uno spazio decisamente ampio alla ristorazione è il segno forte di Milano Verticale che non declina il suo impegno di ospitalità per il business, anzi lo allarga attraverso servizi e proposte a disposizione di aziende, cittadini, visitatori occasionali. Una forma di accoglienza di ispirazione internazionale, quindi, che Vudafieri-Saverino Partners hanno pensato di intrecciare con la natura e la storia del luogo in cui sorge l’hotel, cioè Milano: la milanesità, infatti, è al centro del progetto di interior che omaggia in diverse forme la produttività lombarda e i Maestri del design del dopoguerra. La parete che fa da sfondo alla reception, per esempio, è attrezzata con una libreria a giorno riempita di oggetti che raccontano la città: non oggetti decorativi, ma rappresentativi della produzione locale, come pezzi di telai di biciclette Cinelli o parti di carburatori della Dell’Orto.
Food and beverage
I locali destinati alla ristorazione, punto d’incontro per eccellenza, si sviluppano su ben 600 mq di locali coperti e 1.000 mq di giardino, per un totale di circa 600 coperti suddivisi fra tre spazi ben definiti: Vertigo Osteria Contemporanea, il Bar con Urban Garden e il ristorante fine dining Anima. Ci voleva un esperto di valore per concepire, organizzare e, soprattutto, guidare questa macchina così complessa ed è stato individuato nello chef pluristellato Enrico Bartolini, classe 1979. Lo studio Vudafieri-Saverino Partners ha lavorato a stretto contatto con Bartolini per dare forma, senso e anima agli spazi destinati alla ristorazione. “Il rapporto di collaborazione con lo chef Bartolini – racconta Claudio Saverino – è stato splendido fin dall’inizio, caratterizzato da un flusso di ascolto reciproco che ho incontrato raramente nella mia esperienza di progettista”.
Osteria, bar e ristorante, aperti alla città come agli ospiti dell’hotel, sono tre ambienti fluidi, collegati tra loro dal soffitto a tegole inclinate, ma ben identificabili. Il team di Bartolini, guidato dallo chef Franco Aliberti, ha da subito cominciato a gestire la ristorazione con eleganza a strategia: quella che al mattino è la sala colazione per gli ospiti, la sera diventa l’osteria, mentre nell’ottica di fidelizzare i clienti, ci sono ancora molte idee in evoluzione, come quella di dedicare a zona di lavoro parti del bar o quella di proporre dei cesti pic-nic da consumare in giardino, oasi di pace e relax nel cuore di Milano.
Per il progetto del verde, Vudafieri-Saverino Partners hanno lavorato con P’Arcnouveau nell’ottica dei giardini segreti milanesi, spesso nascosti dietro le sobrie facciate dei palazzi storici. Il piano terra dell’edificio funge da filtro tra la città e la zona verde, separandoli fisicamente, ma non visivamente. Da fuori, infatti, il giardino si percepisce come un gioiello, di cui lo sguardo riesce a cogliere solo una parte, suscitando la curiosità dei passanti. Da una parte il rumore della città, dall’altra il suono dello scorrere dell’acqua: lo spazio destinato al bar e al ristorante in giardino è definito proprio dal canale d’acqua che attraversa il giardino longitudinalmente.
Il mondo pubblico e quello privato nel progetto di Milano Verticale parlano lo stesso linguaggio, così i pavimenti, dalla piazza esterna ai bagni delle camere, propongono la stessa texture ceramica, una versione ispirata al tradizionale Ceppo di Grè, pietra naturale originaria del Lago di Iseo. La collezione Norr 2.0, dal disegno armoniosamente irregolare, è prodotta da Mirage e si distingue per i toni di grigio ton sur ton, in un’articolata gamma di formati, spessori e finiture. Per i corridoi dell’hotel, invece, Mirage ha fornito la collezione effetto resina Clay, che si presenta con una superficie “spalmata” dal leggero contrasto lucido-opaco. La palette di colori disponibile tocca toni caldi e freddi che vanno dal bianco a tre tonalità di grigio, dal greige al taupe, con l’aggiunta di tre tonalità dall’anima contemporanea: cotto, senape e blu petrolio.
Le camere e i servizi
“Abbiamo voluto dare un preciso ed essenziale segno materico e di luce, capace di raccontare la stessa storia in ogni punto dell’hotel – dice Saverino – che poi è la storia della sua connessione con la città. Così, nelle 173 camere distribuite su 12 piani, i pavimenti sono realizzati in un particolare gres ceramico che imita il ceppo lombardo e in listoni di rovere scuro, mentre le pareti in marmorino, suddiviso in campiture con leggere variazioni cromatiche, rimandano alle atmosfere degli interni di Gio Ponti.” Le testate dei letti sono in noce cannettato e le scrivanie/consolle in ottone, disegnate su misura, costituiscono l’elemento distintivo di ogni camera. Interessante la varietà delle stanze, suddivise nelle classiche quattro tipologie, dalla standard alla Penthouse, ma in realtà disponibili in 65 variazioni di pianta, sia per l’adeguamento all’edificio preesistente che per la volontà dei progettisti di evitare standardizzazioni.
Due le proposte di KE Outdoor Design per Milano Verticale, progettate, ingegnerizzate e create in Italia come tutta la produzione del brand. Al piano terra, nella zona dedicata alle colazioni, sono installati 5 moduli della pergola bioclimatica con tetto a lame orientabili Kedry Prime, nella tonalità Carbon, con vetrate panoramiche scorrevoli Line Glass, chiusure perimetrali Gennius Vertika, il kit di illuminazione a LED perimetrale, motorizzazione e domotica Somfy. Per il solarium, è stata scelta una copertura formata da 22 moduli della pergola bioclimatica con tetto a lame orientabili Kedry Prime nel colore 9010 White. Il sistema Kedry Prime garantisce il massimo comfort grazie alla perfetta automazione, la gestione, infatti, può essere azionata da remoto attraverso smartphone e tablet.
L’apertura alla città è riconoscibile anche nelle attività proposte all’interno dell’hotel che propone diverse zone affittabili per eventi privati di ogni tipo: al 4° piano c’è, per esempio, una terrazza coperta di 500 mq, al 5 piano il solarium e al tredicesimo piano la terrazza sul rooftop di pertinenza delle quattro Penthouse, ma apribile e personalizzabile secondo le occasioni. Non mancano, ovviamente, le proposte più classiche per gli ospiti dell’ospitalità business, sale riunioni attrezzate e area wellness, la Alkemy SPA Milano Verticale, un piacevole ambiente dotato di piscina con idromassaggio, sauna, bagno turco e palestra.
L’area dedicata al benessere di Milano Verticale offre un percorso wellness completo di sauna e bagno turco di Effe. Le caratteristiche di queste proposte sono semplicità di utilizzo, tecnologie d’avanguardia e funzionalità nel tempo, ma soprattutto sono spazi che offrono un’atmosfera intima anche in grandi ambienti. La sauna Sky è finita in Hemlock canadese all’esterno e Aspen all’interno e si distingue per le ampie vetrate da 10 mm di spessore. Non mancano gli attrezzi tipici della sauna: la stufa con pietre e griglie di protezione, il mastello con mestolo in legno, la clessidra per personalizzare la propria permanenza all’interno. Nuvola Smart Power, di Talocci Design come la sauna, è il bagno turco dotato della nuova performante linea di generatori di vapore adatti per ampie cubature: grazie alla funzione ODS, per esempio, il generatore blocca la produzione di vapore ogni volta che rileva l’apertura della porta..
Da hotel a hub
Claudio Saverino chiude il racconto dell’intervento per Milano Verticale lanciando un messaggio agli albergatori e a chi si occupa di ospitalità in Italia in generale, cioè quello di “cominciare a pensare gli hotel come luoghi aperti e non chiusi verso il luogo in cui sorgono, dei veri e propri hub utilizzabili sia dagli ospiti che dai cittadini per svolgere attività diverse, complementari e sovrapponibili e che, proprio grazie a questa intersezione, portano vita, energia, creatività. Il progetto architettonico di un hotel, infatti, è strategia, non solo decorazione: se il progetto è sbagliato l’albergo non funziona. E aggiungo, come nota finale: gli hotel sono gli spazi in cui vivremo.”