Con il blocco totale dei viaggi, l’incidenza della pandemia da covid-19 sul turismo ha avuto conseguenze pesanti per tutti gli attori del comparto turistico, ma in particolare è stata ferale per Booking. Il colosso delle OTA già ad aprile aveva chiesto e ottenuto aiuti dal governo Olandese per pagare i suoi 5500 dipendenti nei Paesi Bassi.
La situazione finanziaria di Booking non è affatto migliorata. Nel primo trimestre 2020 la OTA ha registrato una perdita di circa 700 milioni di euro perché le prenotazioni a livello globale sono precipitate dell’85%. Booking però non chiederà ulteriori aiuti al governo olandese e sta cercando altre soluzioni alternative a lungo termine per recuperare terreno e sanare le sue perdite.
In realtà, da quanto si legge sulla stampa locale, il ricorso ai sussidi da parte di Booking è stato molto criticato dagli olandesi perché la OTA – che lo scorso anno ha registrato un profitto pari a 4,9 miliardi di dollari – è di proprietà del gruppo americano Priceline, paga quindi le tasse e porta i suoi dividendi all’estero. Un gruppo di intellettuali ha addirittura scritto una lettera sostenendo che il governo non dovrebbe aiutare una società che non è più olandese.